Sul flop dei diritti tv l’intervento di Leo Taroni

Anche il calcio non riesce più ad attrarre interesse e competitività in termini di spettacolo rispetto ad alcuni campionati europei.

Un’industria calcistica che perde charme nei confronti sopratutto dei campionati spagnoli ed inglesi dove i nostri tifosi si rifugiano per poter vedere delle belle partite.

E il calcio in Italia è la cartina di tornasole di un Paese sempre più alla deriva e allo sbando, pensando ancora che ci siano tifosi ancora disposti a pagare il biglietto o l’abbonamento vedere delle partite noiosissime.

Il calcio come la politica ormai si gioca nelle televisioni e si vince o si perde nei tribunali a colpi di carte bollate e non più sui campi d’erba tra le mura di uno stadio dove i tifosi incitano le proprie squadre a dare il meglio e a vincere.

Continua in sostanza la sagra delle beffe, del click day, delle interrogazioni sul grano saraceno (a quando quella sulla zuppa inglese?), al dissesto normativo, alle fake riforme, al gioco preferito dei politici di oggi che è lo scacco matto ad un Paese sempre più povero e alla deriva, ma sopratutto ai continui racconti fiabeschi della crescita dell’occupazione dello zero virgola qualcosa.

Nell’antica Roma c’era Lucio Licinio Locullo passato alla storia per i suoi banchetti ed abilissimo nel conquistare il favore popolare attraverso splendidi giochi, paragonabili alle partite di calcio di oggi.

Oggi è finita l’epoca del panem et circenses, dove il tempo dei banchetti è terminato da anni, visto l’aumento della povertà e la crescente diseguaglianza sociale, e le partite di calcio non sono più quelle di una volta che distraggono gli italiani, mentre le preoccupazioni per il lavoro e per il futuro rimangono, sarebbe interessante capire sull’agenda pubblica-politica quale idee ci sono soprattutto per i giovani con un buon curriculum costretti attualmente alla scelta tra il vassoio e la valigia.

Finora le trovate più ‘innovativa’ della Politica italiana è quella di presentarsi al Festival di Sanremo tra il pubblico, ma non come cantanti, almeno per adesso.

L’Italia è tutta una Casta e la Politica non addossi responsabilità ad altri soggetti o associazioni che nulla hanno a che fare con i disastri finora combinati da politici incapaci e privi di cultura che percepiscono uno stipendio pubblico senza produrre risultati utili per la Nazione. Oggi la regola prevalente in questo Paese è che nulla rende quanto i fallimenti.

Lo dichiara Leo Taroni in una nota commentando il flop dei diritti Tv.