Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia smentisce il prefetto di Trapani che in un rapporto avrebbe scritto che la massoneria locale non avrebbe fornito i registri.

 

«Non corrisponde al vero quanto riportato nel rapporto che il prefetto di Trapani ha inviato al governo nazionale e anche sulla base del quale si sono bloccate le elezioni comunali, che la loggia del Grande Oriente d’Italia castelvetranese non ha fornito gli elenchi degli iscritti quando le è stato richiesto».

Lo ha detto stamani il gran maestro del Goi Stefano Bisi nel corso di una conferenza stampa tenuta in un albergo di Castelvetrano al termine di una due giorni durante la quale circa 300 massoni siciliani aderenti al Grande Oriente d’Italia si sono riuniti nel centro belicino su iniziativa della loggia “Francisco Ferrer” della quale è maestro venerabile Quintino Paola.

«La loggia “Francisco Ferrer” – ha aggiunto Bisi, 59 anni, gran maestro dall’aprile 2014 – da anni consegna spontaneamente gli elenchi degli iscritti alla polizia. Il Goi si è opposto, con esposto alla Corte europea dei diritti dell’uomo e una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma, al sequestro di tutti gli elenchi degli iscritti nelle regioni Sicilia e Calabria dal 1990 in poi perché riteniamo un atto arbitrario e un abuso quello fatto attuare dalla Commissione parlamentare antimafia. Non può essere una giustificazione il fatto che ci sono inchieste che riguardano alcuni esponenti che potrebbero appartenere alla massoneria in senso generale intesa».

Il gran maestro ha evidenziato che «Il primo marzo, nella sede nazionale, sono venuti 13 finanzieri dello Scico, tra cui uno armato, e hanno fatto perquisizione e sequestri durati 14 ore. Poi ho letto su un giornale che il sen. Fava, vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, riferiva che da una prima visione dei nomi non ne risultano di eclatanti. Mi chiedo che nomi eclatanti si cercavano. Eventuali infiltrazioni mafiose che purtroppo possono esserci in qualsiasi tipo di amministrazione? Noi facciamo controlli associativi e effettuiamo anche delle sospensioni».

La Sicilia 23 luglio 2017

Fonte: www.grandeoriente.it

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