Alla porcata del Pd brindano Forza Italia, Lega e Alfano
Tra baci, abbracci e smaglianti  sorrisi la legge elettorale voluta da Pd e che ha trovato  l’accordo di Forza Italia,  Lega e quell’armata Brancaleone di alfaniani di Ap ha superato senza grosse difficoltà  il primo banco di prova  alla Camera. Evidentemente i franchi tiratori questa volta non hanno saputo trovare l’intesa e hanno fatto cilecca. Tuttavia aspettiamo il secondo giro di boa  tra due settimane con il voto del Senato dove non è esclusa qualche sorpresa.
Naturalmente Matteo Renzi dal Nazareno gongola come il resto dei suoi sodali. Lo spettro dello scrutino segreto e gli appelli ai franchi tiratori lanciati in Aula soprattutto da Bersani e Di Maio si sono dissolti nel vento: i sì sono stati 375, i no 215 (M5S, Mdp, Sinistra italiana, FdI e altri) mentre nel voto palese il confronto era finito 372 a 149. Così dopo i contestatissimi tre voti di fiducia chiesti dal governo in poco più di due giorni si è arrivati al  voto segreto chiesto da  Mdp che a questo punto contava su  un colpo di mano. Ma così non è andata. La solita ammucchiata trasversale ha retto all’urto. Tenendo presente che  25 era gli assenti “giustificati” in quota alla  maggioranza a conti fatti i franchi tiratori dovrebbero aggirarsi intorno alla quarantina.
montecitorio
Al di là dei numeri  la nuova legge elettorale ha innescato una serie di polemiche che non si placheranno certo nel giro di poche ore. Anzi, la tensione rimane alta. Il cosiddetto Rosatellum bis   prevede un terzo di collegi uninominali e due terzi di seggi attribuiti con riparto proporzionale con uno sbarramento al 3% e listini  bloccati. Ma nel mirino delle contestazioni vi è tra le altre anche la già battezzata norma “salva impresentabili” ossia la possibilità per i residenti in Italia di candidarsi all’estero. E a questo punto in Parlamento potremmo ritrovare ancora il coriaceo e intramontabile Denis Verdini che potrebbe sfruttare l’occasione e tentare di  candidarsi in una circoscrizione oltre confine.
 Mentre nell’ infuocato emiciclo di Montecitorio  si assisteva all’ inciucio che costituiva l’asse tra destra e sinistra davanti al palazzo, in piazza Montecitorio, si faceva sentire  la protesta del M5S. Al megafono Luigi Di Maio prevede che al Senato i franchi tiratori sapranno organizzarsi   e rimane convinto che tale sistema è stato orchestrato con l’obiettivo di danneggiare i 5 Stelle.   Dal canto suo  Di Battista lo considera un “atto eversivo. Solo Mussolini aveva fatto cose simili” e chiede  al presidente della Repubblica  Matterella  di non firmare il Rosatellum bis perché “bisogna fermare questa porcata. La democrazia è in pericolo. Con questa legge il Parlamento sarà composto da rappresentanti nominati dei partiti”.