La segretaria Pd è convinta di potersela giocare per Palazzo Chigi: qualcuno la riporti alla realtà

Elly Schlein ci crede. Anzi, Elly Schlein è certa. Sì, Palazzo Chigi non è un sogno irrealizzabile: la segretaria del Partito Democratico è convinta di poter essere l’erede di Giorgia Meloni. La sicurezza dei propri mezzi è molto importante, soprattutto in politica, ma attenzione a perdere di vista la realtà. L’ex vice di Bonaccini era pronta a dare la spallata al governo – nelle sue intenzioni – con i referendum dell’8 e del 9 giugno, ma sono stati un disastro epocale. Ora è pronta a sfoderare un’arma che già conosciamo: l’estate militante.

Esattamente come un anno fa, la Schlein ha intenzione di girare per l’Italia a cantare lo stesso ritornello tra il ritorno del fascismo, i diritti in pericolo e le solite castronerie tanto care al Pd. Una minaccia più che una promessa, insomma. E Elly tira dritto, nonostante i numeri parlino chiaro: da quando è diventata segretaria dem, la Meloni non ha perso consensi. Anzi, li ha aumentati. E il Pd? Fermo, immobile, a volte su e a volte giù, a seconda delle settimane.

Insomma, cara Schlein: ma chi ti vota? L’estate militante può davvero fare la differenza secondo te? La risposta alla domanda è semplicissima: no. Anche perchè parliamoci chiaro: la leader piddina parla sempre delle stesse cose. E quelle cose non interessano alla stragrande maggioranza degli italiani. Ora, ad esempio, i riflettori sono accesi sul Pride e sull’Ungheria. In Italia i diritti sono a rischio, la sparata circolata a più riprese a sinistra. Ma davvero pensa di poter soffiare la poltrona da premier alla Meloni con queste baggianate? Lo crede solo lei. Magari anche il suo assistente civico Francesco Boccia. Ma pochi altri.

Il bilancio della segreteria Schlein è tutt’altro che entusiasmante. Quella che avrebbe dovuto essere la rinascita progressista del centrosinistra si è trasformata in una fase di confusione politica, tensioni interne e difficoltà comunicative. Non è un mistero che il Pd sia spaccato, con i riformisti sempre più isolati e la segretaria intenzionata a dare ascolto e spazio solo ai suoi. Questo ha alimentato una spaccatura interna che, anziché ricompattare il Pd dopo anni di oscillazioni identitarie, lo ha reso ancora più diviso.

A questo bisogna aggiungere una linea programmatica che ha puntato con decisione su temi simbolici – diritti civili, ambientalismo, antifascismo – lasciando sullo sfondo le questioni economiche e sociali che interessano più direttamente una larga fetta dell’elettorato. La Schlein ha cercato di costruire un’identità forte e riconoscibile, ma per molti italiani è sembrata più una leader da ZTL che da periferia. Non è un caso che, secondo alcuni sondaggi, oltre il 60% degli elettori la giudichi “inconsistente” o priva di idee chiare su economia e lavoro.

Come evidenziato in precedenza, la recente iniziativa referendaria in collaborazione con la Cgil, volta a intervenire su temi come il salario minimo e il superamento del Jobs Act, si è rivelata un boomerang. Il quorum non è stato raggiunto, e la mossa è apparsa come una forzatura politica più che una reale strategia di mobilitazione popolare. E anche all’interno del partito molti hanno mal digerito la trasformazione del Pd in una sorta di “cinghia di trasmissione” sindacale, piuttosto che in un partito di governo in attesa.

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Sul piano comunicativo, la Schlein è più attenta alla forma che alla sostanza. Presenze televisive rare, confronto con la stampa selettivo e un linguaggio che tende allo slogan più che alla proposta concreta. Tutto ciò ha creato una distanza con l’elettorato, soprattutto quello meno politicizzato.

E la concorrenza sul fronte progressista si fa sentire. Giuseppe Conte, con il suo stile più diretto e popolare, ha sottratto al Pd spazi cruciali tra i giovani e nei territori meno garantiti, dove il Movimento 5 Stelle riesce ancora a intercettare malcontenti e domande sociali. Anche per questo motivo, il Partito Democratico fatica a superare la soglia psicologica del 20% nei sondaggi, oscillando pericolosamente in una zona grigia.

Franco Lodige – nicolaporro.it