Sardine già inscatolate nel sistema e pronte all’uso… politico, naturalmente, che ne farà la solita “frittura” consegnandola agli equilibrismi intrallazzoni di palazzo. Del resto la stessa sorte è toccata ai grilozzi che dal “vaffa”, una volta raggiunto il potere, hanno imparato presto l’arte del tradire il proprio elettorato diventando i voltagabbana per eccellenza peggiori di quelli della prima repubblica che loro stessi accusavano di ogni nefandezza.

Loro ci narrano sempre il contrario ma in realtà le sarde hanno le idee chiare e si organizzeranno in un partito e sicuramente la sua costituzione è all’orizzonte, vista la velocità in cui si muovono, dopo la tenuta della Regione Emilia Romagna che si riconferma il baluardo storico del comunismo, inanellando una serie di incontri strategicamente mirati, propedeutici alla preparazione della nuova compagine politica.

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Così dopo gli show di piazza indispensabili per l’azione di avvicinamento con quelle forze dotate del loro stesso dna  come il Pd, l’estrema sinistra e gli sfascia tutto dei centri sociali ora ai pesciolini – o a chi sta dietro a loro – serviva l’appoggio del mondo produttivo-imprenditoriale per la scalata al potere. E chi più della dynasty di Treviso, affiancata dall’immancabile fido Toscani, poteva spalancare le porte ai giovani attivisti di Bologna?

Il battesimo della nuova forza politica, perchè di questo in realtà si tratta e non di altre balle da corteo, è iniziato dunque con uno dei classici passaggi che, ironia della sorte, hanno contrassegnato la vecchia e tanto vituperata politica, ossia l’utilizzo spregiudicato  dell’opportunismo più ipocrita sfociato in  un eclatante inciucio tra la squadra ittica, che già avverte il vento favorevole di candidature e nomine varie ottimamente retribuite, e la famiglia “United Color” che accoglie la nuova energia movimentista nei locali di “Fabrica”. Lo spazio sperimentale di Treviso, fondato proprio dai Benetton e dal loro vassallo-fotografo Toscani, rivolto a incoraggiare le nuove generazioni interessate al variegato mondo della comunicazione.

Inutile dire che le magnifiche quattro sardine che governano il movimento – qualcuno di questi ce lo ritroveremo sicuramente nelle aule parlamentari nel prossimo giro delle politiche – Mattia Santori, Andrea Garreffa, Roberto Morotti e Giulia Trappoloni sono rimaste affascinate dagli ever green Luciano Benetton e Oliviero Toscani perfetti stereotipi  della sinistra salottiera radical chic. “È stato uno scambio ed un confronto stimolante”, hanno dichiarato le sarde soddisfatte per essersi garantite quindi lo sponsor giusto per la loro ascesa politica. Qualcuno forse dubitava che si accontentassero di rimanere semplicemente in piazza a contestare Salvini con i pesciolini di cartone in testa cantando “bella ciao” e basta?

Non dimentichiamo, a proposito di appuntamenti post-voto scrupolosamente organizzati, che gli attivissimi e ambiziosissimi giovani prima di raggiungere Treviso non hanno perso tempo raccogliendo intanto appoggi in casa Pd: Mattia Santori, il leader degli attivisti, ha avuto un faccia a faccia con il riconfermato governatore Stefano Bonaccini. Cosa si siano detti di preciso non si sa, anche se il governatore racconta che il capo sardine non ha avanzato richieste o posizioni nella nuova compagine amministrativa… per il momento, aggiungiamo noi.

Del resto non ci sarebbe nulla di strano se questi  scalpitanti giovanotti, che hanno tanta voglia di cavalcare l’onda a loro favorevole, presentassero il conto dato che il Pd ha retto l’attacco del centrodestra anche grazie a loro. Quindi l’unione tra i due protagonisti è destinata a rafforzarsi e in tempi brevi il Pd dimostrerà sicuramente riconoscenza nei confronti delle sardine che non vedono l’ora di affermarsi nell’ambiente politico. D’altronde hanno di fatto dimostrato che loro sono in grado di riempirle le piazze cosa che per i dem resta un lontano ricordo.

Insomma, le sardine sono all’inizio dell’avventura ma già si sono organizzati creando un’area sinistrorsa in grado di coinvolgere i delusi o quella parte di elettorato che non andava più alle urne. Oltretutto sono riusciti a conquistare il comparto industriale in grado di mettere benzina nel motore politico di Santori e compagni. C’è ancora qualche perplessità su quali siano i reali obiettivi, le aspirazioni politiche dei ragazzi bolognesi?