Non solo politica. Sì, perchè c’è un’altra carriera che impegna non poco Enrico Letta negli ultimi anni e riguarda il business. Il segretario del Pd, dunque, nel suo periodo parigino lontano dai palazzi romani, ha inanellato una lunga serie di incarichi di peso. Certo, il più famoso è quello di direttore dell’istituto per gli affari internazionali della prestigiosa università di Sciences Po ma oltre a questa  importante posizione vi è quella di manager, di businessman. Ruoli certamente meno noti ma non per questo secondari

Dunque il buon democristiano Enrico Letta è anche un intraprendente uomo d’affari che si destreggia abilmente sui mercati internazionali. Risulta infatti essere tra i fondatori di un’importante società di mediazione. Non solo. Vi sono altri incarichi di rilievo in varie realtà imprenditoriali. A portare sotto i riflettori questa nuova immagine, il volto sconosciuto del segretario dem è il quotidiano Domani che ha svelato un altro profilo di Letta. Una serie di relazioni e attività evidentemente maturate nel periodo passato Oltralpe dopo essere stato defenestrato da palazzo Chigi da Matteo Renzi nel febbraio 2014.

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Come riporta con dovizia di particolari il giornale Domani Letta avrebbe avuto un ruolo chiave nell’accordo siglato tra due giganti società francesi. Il segretario Pd risulta essere infatti tra i fondatori di “Equanim”, società parigina, che nel proprio sito si definisce come prima piattaforma di mediazione internazionale. Società che ha portato in porto un affare strategico che ha visto come protagonisti le due grandi società transalpine di acqua, rifiuti ed energia, ovvero Veolia e Suez, che hanno trovato dopo una fase conflittuale l’intesa per fondersi dando vita ad una società da 37 miliardi di fatturato. Si pensi che Suez si era opposta per via giudiziaria al tentativo di acquisizione da parte di Veolia dando vita ad una battaglia durata oltre un anno. Poi tutto è rientrato, le parti hanno deposto l’ascia di guerra. E a permettere l’accordo pacificatore è stato proprio  l’intervento di Equanim,  della quale Letta è presentato sul sito come uno dei fondatori.

Der Standort des französichen Vermögensverwalter Amundi Asset Management in München. Amundi ist die größte Vermögensverwaltung Europas und die achtgrößte der Welt. Amundi ist seit 2015 an der Börse gelistet und im Mid-Cap Index CAC MID 60. (Photo by Alexander Pohl/Sipa USA)/30141557//2006271102

Ma gli impegni nel mondo degli affari per il giovane Letta riservano altre sorprese. Nel 2016 viene nominato nell’advisory board di Amundi, società specializzata nell’asset management, controllata dal gruppo Credit Agricole e nota in Italia soprattutto per aver acquisito Pioneer (il braccio del risparmio gestito) dalla Unicredit di Jean Pierre Mustier, con una trattativa avviata nel dicembre di quell’anno. Amundi – sempre stando a quanto viene riportato da Domani – non ha voluto rendere pubblica quale sia stata la retribuzione per quell’incarico, ma la stessa società ha confermato che Letta lo ha lasciato a marzo di quest’anno per incompatibilità con il ritorno alla politica italiana.

Passa poco tempo e per Letta arriva nel maggio 2019 l’ennesimo ruolo manageriale a Publicis, gruppo pubblicitario in cui diventa membro del consiglio di sorveglianza del gruppo. A differenza della precedente società Amundi in questo caso, ossia il gruppo pubblicitario, si viene a sapere l’ammontare economico riconosciuto al segretario dem: per otto sedute, nelle quali Letta è stato sempre presente, è stato pagato 100 mila euro. Non male come remunerazione. E spaziando negli assetti che riguardano gli equilibri di geopolitica si viene a sapere che una delle controllate di Publicis, l’americana Qorvis, cura da vent’anni l’immagine della monarchia saudita.

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Così tutti lo vogliono, tutti lo cercano e per Letta la cascata di nomine è come un fiume in piena che non si ferma. Poco dopo l’ingresso in Publicis gli vienesizionita la co-presidenza di “Tojoy Western Europe”. In parole povere si ritrovano anche qui gli interessi che ruotano attorno alla famosa “via della seta”. Questa non è altro che una società specializzata nel velocizzare le start up per le imprese cinesi e per le imprese che vogliono entrare nel mercato cinese. Società, tra l’altro, che si avvale della collaborazione di un buon numero di ex capi di stato e di governo occidentali come Werner Faymann, ex cancelliere austriaco.

Ma non è finita perchè dobbiamo aggiungere una ulteriore tappa nel lungo percorso costellato da prestigiose posizioni conquistate dal professore parigino. Dal 2016 al marzo scorso era amministratore della Liberty Zerta, holding che ha come azionisti diversi fondi di private equity riconducibili al fondo Glendgower Capital e al fondo Bluegemme e che gestisce sostanzialmente i proventi del business del marchio di moda Liberty. Insomma, ne viene fuori un Letta inedito particolarmente attento e interessato anche a tessere importanti relazioni   che proprio attraverso la politica spaziano ad ampio raggio. Del resto imprenditoria e politica hanno da sempre costituito un centro di potere ben consolidato.