La ricomposizione dell’area politica dei cattolici, questo è l’obiettivo finale, ovvero quello di valutare la possibilità di continuare a far rivivere nella politica quei valori cristiani che negli ultimi anni sembrano relegati ai margini
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Dopo gli incontri del 17 dicembre del 2022 e del 13 di maggio, quello di sabato scorso 22 luglio è stato l’appuntamento conclusivo di un percorso che vuole creare quelle condizioni  in grado di creare quell’ unità del movimento del popolarismo e dei cristiani democratici. Questo è ciò che ha detto aprendo i lavori l’on. Mario Tassone, segretario nazionale e fondatore del Nuovo Cdu, tra i promotori assieme all’amico Vitaliano Gemelli, già parlamentare europeo, dell’ “Assemblea per la ricomposizione dell’area politica dei cattolici… uniti in Amicizia” svoltasi al complesso scolastico Seraphicum di Roma.
Tassone, coordinando il dibattito, ha spiegato che da tempo si era prefisso l’obbiettivo di creare un “tavolo di lavoro comune” di quest’area centrista, moderata, democratico cristiana e popolare. E ora sembra che qualcosa si muova. Per questo bisogna avere fiducia e lavorare instancabilmente.
Il mondo del Popolarismo è dunque in grande fermento e l’iniziativa voluta da Tassone è sostanzialmente tesa al recupero di quell’anima del cattolicesimo in politica in grado – almeno questo è l’auspicio – di costituire un argine all’inquietante e grave astensionismo causato principalmente dal fatto che gli italiani, purtroppo, hanno perso la fiducia nella politica non sentendosi più rappresentati dagli attuali partiti.
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E qui si è inserito l’intervento di Claudio Vivona, leader del Fronte Nazionale della Famiglia e da sempre vicino alle iniziative di Tassone, che ha ribadito quanto sia indispensabile tornare tra la gente “perchè solo in questo modo è possibile capire le reali necessità quotidiane che il “palazzo” neppure conosce”. In sostanza Vivona ha voluto dirottare l’attenzione verso una politica trasversale, una politica moderata cattolica e laica che potrebbe essere in grado di catalizzare nuove idee, nuovi interessi riportando a votare coloro i quali di politica non ne volevano neppure sentire parlare. Analisi che ha trovato il sostegno dello stesso Tassone che ha fornito  di conseguenza altri temi sui quali è stato possibile confrontarsi.
Si capisce dunque come diventi urgente ricostituire una sorta di presidio politico distinto sia dalla destra che dalla sinistra, un soggetto in grado di rappresentare gli ideali che la maggioranza degli elettori – che non si reca più alle urne – non ha certamente individuato nelle attuali formazioni partitiche. Un segnale grave, questo, che dovrebbe invitare a riflettere perchè una democrazia che “galleggia” sopravvivendo senza una sana  partecipazione della maggioranza dei cittadini evidenzia segnali parecchio preoccupanti che sarebbe un errore sottovalutare.

Tuttavia, nonostante l’impegno e la perseveranza, Tassone non si fa coinvolgere da facili entusiasmi che spesso aleggiano nelle riunioni. Anzi, nel corso del summit è stato chiaro e ha ammonito sostenendo che se questa convergenza tra le varie aspirazioni del popolarismo cristiano democratico non si raggiungerà “il patrimonio culturale di una grande storia continuerà a dissiparsi e i cristiani democratici saranno una presenza di risulta”.

Del resto la storia insegna, ossia marciare divisi si rimane condannati all’irrilevanza “e continueremo ad essere utilizzati come ”arredo” nelle corti delle signorie che hanno “appaltato” il Paese in nome di un populismo che annienta la democrazia”.
Non è tutto. Sempre Tassone ha affondato la lama quando ha rimarcato i pericoli corsi dallo stesso sistema democratico affermando che “ci troviamo difronte uno snodo: recuperare la repubblica parlamentare nel rispetto della Costituzione o assistere inerti allo strazio dei principi di libertà. Quando si invoca un premier forte scelto dal corpo elettorale con un Parlamento svuotato c’è un salto verso una “repubblica-monarchica”.
L’esponente nazionale del Nuovo Cdu si è spinto inoltre più in là mettendo in guardia su ulteriori cedimenti democratici che si profilano all’orizzonte perchè  nel momento in cui “si ipotizza che il premier dovrebbe essere il “sindaco d’Italia” siamo alla dissipazione delle condizioni essenziali dell’ agibilità democratica”.
Nel corso dell’appuntamento romano Tassone non ha dimenticato inoltre di sottolineare che “ci sono tanti che desiderano andare al centro. Ma c’è tanta strumentalizzazione in molti che considerano un mercato dove possono collocare i loro “prodotti”. Il centro non è una area geometrica ma una area vasta ideale dove vive la politica e l’insieme di valori dove i diritti umani non siano commerciabili”.

Ecco allora che Tassone ha puntualizzato come “il centro sia un progetto di vita che si raccorda con la cultura umanistica. Le estreme non sono un momento di equilibrio ma costituiscono nel confronto il livello di crescita democratica così come è avvenuto con la D.C. rispetto agli estremismi della prima fase repubblicana. E oggi che si deve fare?”

Qualcuno ha avanzato in maniera provocatoria un contro golpe ricordando il ciclone abbattutosi nel 1992/94 “quando alcuni procuratori ispirati da una certa sinistra e frange DC liquidarono la politica e i partiti”, ha continuato Tassone che in maniera pragmatica ha invece preferito lanciare un messaggio: la nomina di due giovanissimi Mattia Orioli coordinatore di Segreteria del Movimento e Roberta Ruga coordinatrice, oltre a Pasquale Tucciarello per l’organizzazione e a Massarella come segretario amministrativo.
“È un investimento che rende credibile il nostro sforzo e da’ la linea giusta. Ognuno di noi faccia un passo indietro e lasciamo che i giovani vivano il loro tempo”, ha concluso Tassone.