Il punto di vista sul tema del Sovrano del Rito Scozzese Antico e Accettato Gran Commendatore Leo Taroni

È da tempo che si discute e si tenta di dare una riforma alle pensioni evitando una guerra di generazioni, ma soprattutto sono decenni che sbattiamo la testa contro il muro rinviando, solo di qualche anno appena, lo scoppio di una vera e propria bomba ad orologeria. La responsabile di questa situazione è la Politica che ha concesso prestazioni sempre più generose con la tacita intesa che il grosso dei costi sarebbe stato trasmesso alle generazioni future. Oggi con la tendenza demografica che va in direzione di un numero sempre maggiore di anziani, la crescente disoccupazione a cui si deve aggiungere la concorrenza a livello globale ha messo a nudo le falle di un sistema pensionistico nonché lo Stato assistenziale. Se i sistemi delle prestazioni previdenziali non saranno riformati si verificheranno crisi economiche e politiche di enormi dimensioni. E finora abbiamo avuto in Italia solo delle soluzioni tampone perché la Politica ha solamente procrastinato le scelte che potevano avere un impatto immediato sul portafoglio degli elettori. In sintesi la Politica ha commesso un’ingiustizia, un affronto rispetto alle generazioni future.

Altro discorso è la lunga lista di scandali legati a pensioni d’oro, falsi invalidi e privilegi di ogni risma ed al contempo lo scandalo di segno inverso legato alle pensioni minime e sociali che ha generato confusione ed indignazione sociale.

Non va reintrodotta la tassa sulla prima casa bensì vanno tagliate le imposte che sono necessarie. È chiaro che la tassazione è un’esigenza dello Stato ma è altrettanto vero che una maggiore tassazione significa sequestrare una percentuale importante del reddito prodotto che viene sottratto alla spesa dei singoli e al risparmio e quindi all’investimento. Significa soprattutto una colpevolizzazione dello Stato nei confronti di chi produce ricchezza.

Sicuramente oggi nella parabola dei talenti e dei cinque denari Gesù dovrebbe perdonare l’incapacità a priori del migliore dei servi, visto che si dovrebbe applicare una percentuale del cinquanta per cento, perché al netto delle tasse cinque denari diventerebbero due e mezzo.

Ed infine è impensabile continuare a mettere le mani nelle tasche e nei conti correnti degli italiani mentre si continuano a vedere sperperi di denaro pubblico, scandali che vedono coinvolti dipendenti pubblici e situazioni di vario genere che arrecano danni alle casse dello Stato. Un esempio è quello che ancora oggi alcuni comuni italiani non hanno chiuso i condoni del 1986.

Lo dichiara Leo Taroni in una nota commentando la notizia che il Fondo Monetario Internazionale ha chiesto all’Italia la tassa sulla prima casa e il taglio sulle pensioni.