La strage in due chiese con decine di morti.

L’Isis rivendica l’attacco

In Egitto è scattato lo stato di emergenza dopo i due attentati dell’altro giorno alle chiese copte del Cairo e di Alessandria che hanno segnato con il sangue, la morte e il terrore le celebrazioni della domenica delle Palme.
L’Isis ha subito rivendicato gli attacchi messi a segno da due cittadini egiziani e ha inoltre minacciato altri attentati contro “i miscredenti che pagheranno con il sangue dei loro figli, che scorrerà a fiumi”. Stando alle prime stime sarebbero una trentina le persone morte ma il bilancio potrebbe purtroppo essere  destinato a salire vista la gravità in cui versano parecchi feriti. Infatti oltre 70 sono le persone che si trovano attualmente ricoverate negli ospedali dopo l’attentato alla chiesa Mar Girgis a San Giorgio e a Tanta, città che si trova a circa duecento chilometri  a nord del Cairo. La terribile eplosione è naturalmente avvenuta mentre la chiesa era gremita di fedeli che stavano celebrando la funzione per la domenica delle Palme come in tante altre parti del mondo. Quasi in contemporanea è stato messo a segno un altro attacco terroristico nei pressi della chiesa di San Marco ad Alessandria. Qui sono almeno una ventina le persone uccise e un’altra trentina si trovano in gravi condizioni.
In seguito a questa tremenda tragedia si riapre dunque la questione sicurezza nelle terra dei faraoni che a sentire la gente non è adeguatamente garantita. Vero o non vero fatto sta che il terrorismo islamico ha invaso di sangue mezza Europa dove tra servizi di intelligence e 007 sparsi ovunque sembrava quasi fosse impossibile il solo botto di un petardo e invece. Meglio quindi si diano pace gli egiziani in quanto a prevenzione visto la situazione a livello internazionale. Certo si può fare di più e ci auguriamo che i vari Governi coinvolti prendano i massimi provvedimenti per debellare il cancro dell’esaltazione religiosa che altro non è che una interpretazione alterata delle scritture sacre.
Intanto E al-Sisi non ha perso tempo e ha reso immediatamente operative le forze di unità speciali dell’esercito per garantire la sicurezza nelle zone geografiche dell’Egitto ritenute ad alto rischio e ha predisposto 3 mesi di stato di emergenza, vale a dire che viene sospeso il diritto alle manifestazioni e i poteri delle forze di polizia vengono rafforzati per ragioni comprensibili.
Attestati di condanna e cordoglio sono arrivati da tutto il mondo. Su tutte le dichiarazioni si evidenziano  le parole di Papa Francesco, che il 28 e il 29 aprile sarà proprio in Egitto e ha espresso la sua vicinanza al Papa della chiesa CoptaTawadros II, chiamandolo “mio fratello”. Tra l’altro Tawadros aveva preso parte a una funzione religiosa nella chiesa di San Marco ad Alessandria e si trovava ancora nella cattedrale quando un attentatore suicida si è fatto esplodere all’esterno ammazzando tre poliziotti che gli hanno impedito di entrare nella chiesa. Mentre attraverso Twitter il presidente americano Donald Trump si è detto rattristato e confida che E al Sisi gestirà la situazione in modo appropriato. Tornando al Santo Padre si pensava che l’alta tensione provocata dal doppio attentato contro i cristiani da parte dell’Isis convincesse il Vaticano ad annullare la visita pastorale. E invece Papa Francesco ha confermato il viaggio rimarcando che non ha nessuna intenzione  di rimandarlo.
Intanto Israele temendo incursioni terroristiche ha chiuso  il valico di confine di Taba con l’Egitto per il timore di attacchi a cittadini israeliani.