Se per le paure e le ansie delle loro epoche i nostri antenati avessero rinunciato a mettere al mondo un figlio, l’umanità si sarebbe estinta

Ecco che arriva l’eco-ansia. Di cosa si tratta: l’American Psychology Association (APA), spiega che riguarda “la paura cronica del cataclisma ambientale che deriva dall’osservare l’impatto apparentemente irrevocabile del cambiamento climatico e la preoccupazione associata per il proprio futuro e quello delle prossime generazioni”.

Le lacrime di Giorgia

È Giorgia a sdoganarla. Durante il Giffoni Film Festival Giorgia Vasaperna, originaria di Catania, da due anni a Roma dove fa la scrittrice e studia da attrice, si alza e davanti al ministro Gilberto Pichetto Fratin,  interviene così: “Ministro, ho molta paura per il mio futuro”, dice piangendo. “In questi giorni la mia Sicilia brucia. Io non so se voglio avere figli… E lei? Non ha paura per i suoi figli, per i suoi nipoti?”

È in lacrime la ragazza, soffre di eco-ansia, l’ansia per la capitolazione del pianeta. Dice di soffrirne a punto tale che “le notizie di eventi estremi” le causano addirittura “attacchi di panico” e se vede un’ape a terra si sente “oppressa dall’angoscia”.

Le responsabilità dei media

Lacrime vere, preoccupazioni autentiche, profonde. Sarebbe un errore minimizzare le paure personali, legittime. Ma resta da capire a cosa davvero siano dovute. E per questo serve puntualizzare due aspetti importanti: le notizie di “eventi estremi” diffuse da giornali nazionali, come sempre allarmanti, che cavalcano l’onda, inducendo preoccupazioni per il futuro del pianeta e (appunto) creano nei soggetti più sensibili un senso di smarrimento e di scarsa sicurezza nel futuro.

Quanto al clima, che sicuramente è mutato, ma non da oggi, è bene ricordare che le mutazioni sono sempre avvenute anche quando non c’era l’energia elettrica e si cucinava a carbone, perché fanno parte delle variabili planetarie, del nostro sistema solare, di questa galassia. In continuo movimento, in continuo mutamento.

Ma c’è chi per interesse proprio agisce e spara allarmi che è indubbio vadano a colpire chi è più incline a credere che ciò che viene detto sui media sia giusto. La responsabilità di quei giornali e telegiornali che sparano temperature a caso, previsioni meteo poi risultate inesatte, soffiano sul fuoco dei cataclismi come se fossero eventi straordinari del 2023, e non eventi che da sempre esistono, la vediamo, o no?
Non credete che fare minor allarmismo, vorrebbe dire “meno ansia”?

Le ansie dei nostri nonni

Una corretta informazione vuole dire spiegare, raccontare, anche illustrare una visione, ma senza ingigantirne i contorni. Ciò è successo durante il Covid, oggi c’è il clima e il nostro pianeta Terra che va di moda. Allarmismi ogni giorno, che vanno a minare le nostre sicurezze.

Ed ecco Giorgia, la ragazza in questione, che ammette anche di non voler mettere al mondo un figlio, seppur desideri diventare madre, ma non pensa sia giusto “mettere al mondo una generazione che non potrà respirare aria pulita e che non vedrà la bellezza della Terra così come l’abbiamo conosciuta noi”.

Forse sarebbe utile ricordare a Giorgia che in tempi passati c’erano (sì, davvero) problemi molto più gravi, riguardo la salute e la condizione di vita. E che l’età mediana di morte, nella sua quantificazione “pura”, cioè compresi i decessi infantili, era di 5,55 anni (nel 1863). Parliamo di 220 mila bambini che morivano entro il primo anno di vita per colpa di malnutrizione, malattie e tanti altri problemi oggi fortunatamente scomparsi. E la guerra, le carestie, la malnutrizione, nonché le paure giustificate da pandemie e guerre, con i quali hanno convissuto, compreso l’incubo del conflitto atomico che poteva distruggere il pianeta, quali ansie avrebbero dovuto provocare nei nostri nonni?

Se solo avessero rinunciato a mettere al mondo un figlio, di sicuro l’umanità si sarebbe estinta. Oggi non ci saremmo. Invece, in barba a paura e ansie, hanno generato figli e famiglie. Stringendo i denti, facendo sacrifici e guardando al futuro con ottimismo.

I frutti del benessere

Poi, siamo andati avanti, forse anche commettendo errori, ma tutti hanno uno smartphone, l’aria condizionata, prendiamo aerei e treni, navi, viaggiamo a scoprire il mondo, quando ai tempi i più abbienti viaggiavano in carrozza. Abbiamo la ricerca scientifica, la medicina che avanza in termini di prevenzione e diagnostica. La vita, la nostra vita, grazie a stimoli e stili di vita migliori, si è allungata di molto: l’età media oggi è di 85 anni. I bambini hanno protocolli di massima attenzione. C’è anche un bel numero di ultracentenari, un tempo età impossibile da raggiungere. Ciò grazie ad un benessere che dal 1900 in poi abbiamo conquistato, a duro prezzo.

Quindi, concludendo: giustissimo cercare di ridurre l’impatto sull’ambiente, consumare meno energia, buttare meno plastica, ridurre consumi di carne, e aumentare stili di vita sempre più sani. Ma, ricordiamo sempre ai nostri ragazzi che serve anche voltarsi indietro, ascoltare chi ha vissuto davvero il significato di paura, e anche guardare oltre, in Paesi non molto lontani da noi, dove ancora si muore di tifo, non hanno l’acqua potabile, medicine, ospedali e soffrono di malnutrizione, e di fronte a ciò, smetterla di pensare di non poter diventare genitori, di sentirsi in colpa per il pianeta, e di essere vittime di questa eco-ansia che prima di tutto fa male a loro.

Giulia, dacci retta: fallo un figlio. Perché sarete voi a salvare questo pianeta. Non ansia ma amore. Quello salva il mondo!

Antonella Gramigna- Atlantico