Il radicale Cappato mette in guardia: “La legge non sia ostaggio dei giochini di partito”

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Sarà la volta buona? Dopo oltre 3 anni dal deposito della proposta di legge di iniziativa popolare dell’Associazione Luca Coscioni, che fa parte della galassia del Partito Radicale, il Parlamento apre finalmente il confronto sul riconoscimento ufficiale del diritto di scegliere come e quando terminare la propria vita e interrompere la propria sofferenza.
E’ infatti nei giorni scorsi l’approvazione da parte della commissione Affari Sociali della Camera della legge sul testamento biologico. Stando alla calendarizzazione la delicata questione dovrebbe approdare in aula il prossimo 30 gennaio, fermo restando  che qualche schieramento non decida di fare melina con l’obiettivo di fare slittare all’infinito la discussione.
Intanto c’è già qualcuno che si è messo di traverso come la Cei, la Conferenza episcopale italiana. E del resto c’era da aspettarselo che la potente e prestigiosa istituzione ecclesiastica sarebbe intervenuta inserendosi subito nel confronto marcando stretti tutti i vari passaggi parlamentari di questa legge tanto attesa.
Ma l’offensiva della Cei non si è limitata a mostrare una normale insofferenza ma è andata oltre sconfinando, come avviene spesso, purtroppo, in campi che non sono assolutamente di competenza della chiesa in generale.
Il presidente della conferenza cardinale Angelo Bagnasco ha di fatto approfittato dell’occasione per  lanciare un monito alla politica manifestando la  preoccupazione  sulle proposte legislative che, a detta del cardinale, rendono la vita un bene ultimamente affidato alla completa autodeterminazione dell’individuo.
A vigilare sul corretto procedimento affinché la materia in questione arrivi in Parlamento nei tempi stabiliti l’associazione Coscioni che già mette in guardia: “La legge non resti ostaggio dei giochini di partito“, come ha detto Marco Cappato, promotore della campagna eutanasia legale e tesoriere dell’associazione  Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.
Cappato a mettere le mani avanti non si sbaglia e infatti fa sapere che nella riunione della Commissione Affari Sociali alla Camera, il presidente Marazziti ha confermato la richiesta alla presidente della Camera di rinviare al 20 febbraio l’inizio dell’esame del provvedimento sulle disposizioni anticipate di trattamento (DAT, il cosiddetto Testamento biologico), che invece è previsto per il 30 gennaio in assemblea. “Mi auguro che i Parlamentari favorevoli a una buona legge sul testamento biologico si ribellino a questo tentativo di sacrificare anche il tema del finevita alle logiche di partito e agli equilibri di Governo“, ha ammonito Cappato. che ha poi aggiunto: “Vogliamo dire alla presidente della Camera Laura Boldrini e ai Capigruppo parlamentari che rinviare ulteriormente, nel contesto di una legislatura la cui durata è precaria, equivarrebbe a cedere a chi vuol far saltare il provvedimento. Vicende come quella di Fabo, che si è rivolto a noi per terminare la propria vita e al Presidente Mattarella per chiedere una legge, ci ricordano che “i malati non possono aspettare”, come ricordava Luca Coscioni. Il Parlamento si assuma la responsabilità di decidere, in un modo o nell’altro, senza restare ostaggio dei ricatti pre-elettorali delle forze politiche“.