La lettera inviata da Matteo Renzi ai connazionali residenti all’estero in cui si invita a votare “Sì”  alla riforma costituzionale ha scatenato una polemica che difficilmente si placherà nel breve periodo.
Il fronte del “No” annuncia battaglia e chiede un immediato incontro con il Capo dello Stato mentre c’è già chi pensa a ricorrere alle vie legali.
Tra i primi a denunciare il rischio di brogli Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia alla Camera, che considera la mossa a sorpresa del premier un gravissimo sgarro istituzionale mentre sulla questione si profila un palese reato da portare subito all’attenzione della  Procura è il parere del collega di partito Renato Brunetta.

Spedite a sorpresa  4 milioni di lettere per votare “Sì”

Sul piede di guerra anche Sinistra Italiana che ha presentato un’interrogazione attraverso il capogruppo a Montecitorio Arturo Scotto il quale sottolinea la mancanza di correttezza, da parte del Governo, che fa recapitare la missiva in cui si spiegano esclusivamente le ragioni per votare “Sì” con il puntuale vademecum confezionato a dovere in cui Renzi racconta quanto il nostro Paese diventerà più competitivo e rispettato a livello internazionale se vinceranno i “Sì”.
Rabbia anche in casa di  Fratelli d’Italia: Fabio Rampelli si chiede come abbia fatto il presidente del Consiglio ad entrare in possesso dell’elenco degli italiani (e rispettivi indirizzi)  che vivono oltre confine e che saranno chiamati a votare il 4 dicembre prossimo. Un  fatto gravissimo, inaccettabile forzatura che mette in discussione la correttezza della consultazione referendaria, gli fa eco Matteo Salvini dal palco della manifestazione in piazza Santa Croce a Firenze.
Il gioco si fa dunque duro e per certi versi sporco. Vista la situazione complessiva è naturale pensare che alcune regole che determinano la parità di condizioni nel trattamento di entrambi gli schieramenti siano state calpestate senza andare troppo per il sottile. Correttezza avrebbe voluto che palazzo Chigi avrebbe dovuto raggiungere gli italiani all’estero spiegando sia le ragioni del “Sì” che le ragioni del “No”. Propagandare invece solo quello che fa comodo attraverso poi un’azione dominante, monopolista è roba da regime.