Mentre in Italia si celebra in modo più sereno il 25 aprile, ci voleva il virus per evitare le manifestazioni che la sinistra ha raccontato sempre a modo suo, strombazzando che l’Italia fosse stata liberata dai comunisti, con due falsità, la prima perché la lotta gloriosa ed eroica partigiana fu pluralista, la seconda più grande, perché l’Italia fu liberata dagli americani.

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Senza l’intervento degli States nella seconda guerra mondiale, gli orrori disumani del nazifascismo chissà come sarebbero finiti, inutile girarci attorno, gli USA furono determinanti per la vittoria, tanto è vero che Benedetto Croce, da grande liberale, si raccomandò di scrivere la storia in modo, realistico, critico e senza enfasi politica, appello a vuoto, perché dal 46, nei libri, nelle celebrazioni, è stato tutto come se gli artefici della liberazione fossero i comunisti, ipocrisia storica politica.

La stessa ipocrisia del governo sul recovery, sia sui motivi dei ritardi nella presentazione del piano, sia sugli effetti che sortirà sull’economia e sulla crescita, insomma se ci fosse ancora Benedetto Croce, tornerebbe a raccomandare realismo, onestà intellettuale e nessuna enfasi elettorale sul tema.

Infatti, sul pnrr stiamo assistendo al walzer dell’ipocrisia, perché complici i media, si è dipinto il recovery fund molto ambiguamente rispetto a quello che riuscirà a sortire in assenza di una vera rivoluzione liberale del sistema Paese.

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Del resto che l’informazione sulla pandemia abbia giocato un ruolo pernicioso è chiaro, perché ha trasformato in mostro esiziale e invincibile il virus, da un anno siamo bombardati h 24 di notizie, servizi, interviste su iatture, ondate, sciagure da Covid, al punto che oramai tra paura e terrore viviamo fra incubi e timore, alla faccia della fiducia nel futuro.

Eppure per quanto grave la pandemia da covid, non è stata come altre ben peggiori che abbiamo avuto nella storia, la spagnola un secolo fa fece più di 70 milioni di morti, così come il virus 19 non è così tremendo come altri che ci sono e conosciamo, dall’AIDS, al colera, all’ebola e così via.

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Insomma a trasformare il covid nel peggio l’informazione ci si è messa d’impegno e c’è riuscita visto il clima di panico generale, così per il recovery, che viceversa da mesi viene dipinto dai media come il meglio, il paradiso, la provvidenza calata sull’Italia, per questo scriviamo dell’ipocrisia politica.

Tanto è vero che i motivi veri del ritardo che c’è stato nel cdm di sabato scorso sull’approvazione del recovery, le ragioni del diverbio con la UE e dei litigi nell’esecutivo, più che sulle misure specifiche sono stati e sono sulla richiesta della UE di inserire chiaramente nella riforma fiscale la patrimoniale.

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Per farla breve l’Europa vuole che L’Italia scriva che provvederà alla patrimoniale per recuperare le risorse di restituzione del recovery, che ricordiamo non è un regalo ma in larga parte un prestito condizionato da adempimenti sia per gli impieghi e sia per l’applicazione preventiva di alcune riforme di sistema, fisco, giustizia, previdenza, P.A.

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Ebbene siccome da noi nessuno vuole prendersi la brutta bega di annunciare la patrimoniale, nel pnrr il tema è vago per cui la UE ha chiesto rassicurazioni a Draghi, perché i giallorossi che la vogliono hanno paura di annunciarla, mentre Lega e Forza Italia che non la vogliono non hanno gli attributi per evitarla e si guardano dal farlo sapere, ecco perché a sinistra e a destra c’è l’inganno, la paura e il walzer dell’ipocrisia.

Come se non bastasse l’assurdità della patrimoniale che scatenerà la rivolta fiscale, ci sarà l’apparato burocratico e statale ad azzoppare gli effetti di ripresa del recovery, per cui gli entusiasmi sulla leva, sulla crescita che potrà generare, sullo sviluppo che potrà dare, sono enfatizzati, insomma col leviatano italiano c’è poco da sognare sul successo del recovery.

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Del resto non solo siamo il paese che meno sa utilizzare i fondi europei, ma quello che grazie ai giallorossi nell’ultimo anno ha già speso più di 160 miliardi senza che l’economia se ne accorgesse appena, 160 miliardi bruciati, dunque?

Dunque con quali garanzie dovremmo pensare che i miliardi del recovery diventeranno, un paradiso, una fortuna per il sud, una crescita esemplare? per quali ragioni dovremmo all’improvviso diventare il paese modello che non siamo? perché in un battibaleno dovremmo trasformarci in virtuosi anziché viziosi? Per via del green? Della transizione ecologica? Suvvia facciamola finita con la solita ipocrisia.

Lo sanno tutti dal governo alla classe dirigente che cambierà poco o niente col sistema paese che ci ritroviamo, con l’apparato statale gigantesco che si vorrebbe ancora più grande, col sistema burocratico da autolesionisti messo in piedi dai cattocomunisti, con lo Stato ovunque voluto da sinistra e sindacato, per come siamo messi con 1000 miliardi pubblici di spesa non c’è recovery che tenga e i 160 miliardi bruciati dai giallorossi lo testimoniano eccome, ecco il walzer dell’ipocrisia.

Per funzionare l’Italia ha bisogno di una rivoluzione liberale, di una potatura dell’albero statale, degli apparati inutili, costosi e masochisti voluti dai comunisti, di una rivoluzione fiscale altroché patrimoniale, la produzione della ricchezza va stimolata e non espropriata come vuole il comunismo, l’intrapresa che crea lavoro e fatturato va sostenuta e non azzoppata come ha fatto sempre la sinistra avida e invidiosa.

Solo estirpando il cattocomunismo, il socialismo reale, il sistema insopportabile e statale messo in piedi dalla dc e dal PCI, PCI pds ds pd, col sindacato bloccato sulla cultura dell’assistenza anziché dello sviluppo, solo con questa trasformazione prima di qualsiasi altra transizione, ecologica che sia, l’Italia potrà rinascere e crescere davvero, altrimenti si sà che affonderà sul serio.

Evviva la democrazia, l’Italia pluralista e liberale, abbasso il fascismo e abbasso il comunismo.

Alfredo Mosca