A Torino un giudice assolve tutti gli attivisti. Ilaria esulta: “Giustifica legalmente l’occupazione di immobili sfitti”
La via Andrea Costa che unisce piazzale Loreto con piazza Durante, al Casoretto, è un po’ lugubre e piena di scritte alcoliche, “occupare è un diritto”, “le case sfitte si occupano” in un carnevale di simboli anarchici e brigatisti. Ovviamente a scriverle è mano che potendo occupa anzitutto le case abitate, e comunque non sta scritto in nessun codice che rubare sia un diritto, ma la mano anonima che verga il comunismo residenziale non era necessariamente quella di un fallito da centro sociale: adesso scopriamo che può appartenere a un giudice elettore, forse amico di Ilaria Salis, che difatti esulta nella solita maniera, da sovversiva d’ordine impunita, blindata dal potere istituzionale: “Non c’è DL sicurezza che tenga” e riprende uno degli slogan sugli infiniti muri di via Costa, “Mai più case senza gente, mai più gente senza casa”. Pari pari.
L’elogio della illegalità, eventualmente armata di manganello retrattile o, nei casi più ostinati, di P38 si riferisce alla novella sentenza che assolve una masnada di “attivisti” occupatori di una casa abbandonata per darla a clandestini. “Una notizia importante” dice Ilaler Salis e già fa politica, è entrata nel ruolo di imbonitrice europarlamentare perché è chiaro che pensa, che si rivolge alla sinistra movimentista, al PD che l’ha mandata a Bruxelles usando il duo impresariale Bonelli&Fratoianni, questi nuovi manager dei poltroni e sofà (“Fatelo voi” disse loro la Lella “perché io ho contro la parte bigotta del partito”).
Insomma i giudici sono cosa nostra e avallano, mai più case senza gente eccetera. Prosit, ma se la sentenza diventa legge finisce che le moltitudini sbandate del mondo invadono Milano e l’Italia oltre la sostituzione etnica già completa, Milano come la Dubai degli zombie e dei cannibali, “Italia merda, vafangulu”, “Milano è nostra” come dicono i Maranza. Ed è loro, cosa loro. Basta girarla. Non c’è legge e non c’è diritto che tenga, ma non come la vede la nostra signorina degli occupatori: non c’è legge nel senso che non c’è nessuna legge a motivare una pronuncia eversiva e illegale che nessun falso pietismo tiene in piedi; l’elogio del sopruso, della ruberia, del teppismo e del terrorismo violento, anche del racket, perché quegli “attivisti”, come tutti i simili, sottraggono abitazioni, ci mettono dentro disgraziati e sbandati e subito li taglieggiano, li cacciano, impongono la mafia degli alloggi rubati. E più ne vengono più loro prosperano.
Non è un mistero per nessuno, e certo non lo è per il Pd che guida le politiche, per così chiamarle, abitative del Comune, che il racket degli alloggi passa per i centri sociali dove le mamme antifà sfilano per un posto al sole, dico la fiction. A girarla Milano si trovano milioni di balconi, di finestre ma non una è nella disponibilità del cittadino medio e non sono i grattacieli di City Life, sono case normali, borghesi, anche proletarie il cui mercato è drogato dall’abnorme afflusso di immigrati e clandestini che ci vivono in dieci e i soldi per pagare gli affitti stellari li trovano. Spesso, sempre più spesso anche per comprare sull’unghia monolocali o loculi da 300mila su 15 metriquadri. A Milano la residenza è proibita per i milanesi, per chi entra, per i civili ma non per gli abusivi e i tagliagole che possono contare sulle sentenze del pietismo criminale di giudici irresponsabili o provocatori e sulla benevolenza fra il teppistoide e il potere finanziario delle eurodeputate in fuga dai processi ungheresi.
Le sentenze eversive non contemplano, come mentono le cronache, lo stato di necessità, non stabiliscono la situazione strettamente emergenziale da risolvere quanto prima: viceversa cristallizzano l’illegalità anarcoide che maschera il crimine più o meno organizzato nelle diverse forme, dal racket degli alloggi a quello della prostituzione, dallo spaccio al traffico di armi e di documenti falsi. Dicono queste sentenze che va bene così, che il codice non esiste e il giudice non deve porsi il problema della sicurezza sociale, dei danni sociali, anzi se le sue sentenze questi danni le fomentano, tanto meglio.
C’è da provocare l’odiata parvenu di destra coi suoi velleitari e peralto prudentissimi decreti sicurezza, c’è da farle capire che deve stare a cuccia, c’è da dare una mano alla sgangherata maggioranza cittadina, al sindaco lacustre che pensa ai grattacieli e lascia il prato basso alla malavita anarcoide; c’è da mandare un segno di appartenenza e di copertura, noi comunque vi proteggiamo e voi potete lasciar fare la qualunque nella Milano fuori controllo e fuori mercato, fuori decenza e fuori dalla grazia d’Iddio. Salis prossimo sindaco! E se qualcuno non è d’accordo, se non riesce ad accettare un potere che dovrebbe tutelare la legge e invece la travolge, se non trova articolo di codice dove si dica che la proprietà per quanto dimenticata va rispettata, non sottratta, non abolita, se non riesce a capire perché il diritto all’abuso, il godimento dell’abuso debba essere appannaggio dei parassiti comunistoidi di famiglia ricca o dei loro complici etnici, questo reietto ha le sue alternative: o non si muove più da casa, per non farsela espropriare, oppure può farsi sparare in gola, così certi notori impotenti per una volta godono.
Max Del Papa – nicolaporro.it – Atlantico
























