La Germania ci vuole in ginocchio spingendo sul defult dell’Italia, boccia i coronabond e già c’è chi sta tramando per  consegnaci alla famigerata Troika.

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Dopo una videoconferenza di oltre sei ore e il veto posto dall’Italia sul testo di conclusioni il risultato è un nulla di fatto con la stroncatura dei coronabond. I 27 della dis-Unione – già a un passo dal baratro – decidono di darsi altre due settimane per mettere a punto la nuova strategia anti-crisi economica. Sul tavolo non è rimasto un granchè. All’orizzonte le nubi si addensano. Il Mes non viene nominato, anche se il suo spettro aleggia sempre sull’Italia, tantomeno è stato preso in considerazione uno strumento di debito comune a cui i paesi del nord, i cosiddetti rigoristi, come Olanda, Finlandia Austria e soprattutto la Germania, continuano ostinatamente ad opporsi.

Inevitabilmente prosegue quindi il solito braccio di ferro tra coloro che di fatto sono sempre stati rivali, altro che partner della integrazione europea. Il quadro è sempre quello: una Europa divisa tra nord e sud- e questo non è certo una novità – ossia tra coloro che vogliono condividere risorse e rischi e coloro che invece preferiscono gestirsi le crisi da soli. Questa è la vera Ue che calza a pennello per pochi eletti, ovvero per gli interessi delle banche, per i poteri forti e, non ultimo, per le tasche degli eurodeputati che si arricchiscono facendo pressochè nulla. Il resto sono chiacchiere. A tale proposito sarebbe utile ricordare che l’attuale direttore generale del Mes è il tedesco Klaus Regling resosi famoso alle cronache per aver detto a proposito della crisi che ha martoriato i greci: “Facciano pure la fame, basta che paghino”. E che in questi giorni sembra abbia di nuovo delirato: “Italia e Spagna devono inginocchiarsi”.

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Ecco, di questa pasta sono fatti i personaggi ai quali Giuseppi potrebbe consegnare l’Italia parlando di Mes senza condizionalità e coronabond. Tutte cose che allo stato attuale non esistono. Proprio come non esiste la tanto celebrata e sbandierata solidarietà europea.

Giuseppi a metà video-riunione si è pavoneggiato giocando addirittura a fare il premier di ferro facendo la voce grossa lanciando ai colleghi dell’Eurogruppo l’ultimatum: “Dieci giorno per battere un colpo. Se si pensa di usare gli strumenti del passato, con aiuti indirizzati ai singoli Stati non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno”.

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Al termine del collegamento virtuale nessuno, insomma, si è spostato dalle proprie posizioni che aveva in precedenza. “Ho spiegato che noi preferiamo il Mes come strumento, che è stato fatto per le crisi”, ha ammesso la cancelliera Angela Merkel ribadendo la posizione tedesca sui coronabond. In sostanza ha fatto intendere che l’Italia deve consegnarsi alla Troika senza se e senza ma… firmando però la propria condanna a morte, aggiungiamo noi.

Alla cancelliera le fa eco il premier olandese Mark Rutte che spiega bene la resistenza di tutto il fronte del Nord: “Siamo contrari alla operazione  coronabond  perché porterebbe l’Eurozona in un altro territorio, sarebbe come attraversare il Rubicone. L’Eurozona – aggiunge – ha creato i suoi strumenti, come il Mes, che può essere usato in modo efficace, ma con le condizionalità previste dai trattati. Non posso prevedere alcuna circostanza in cui l’Olanda possa accettare gli eurobond”. Il fronte dei rigoristi è dunque compatto al punto che non si vedeva così coeso dai tempi dell’austerità imposta alla Grecia.

Da allora sembrava che qualcuno si fosse reso conto del disastro commesso, di aver ridotto alla fame lo stato ellenico e pareva che qualcosa stesse cambiando negli indirizzi politico-sociali della dis-Unione. Si aveva avuta l’impressione che si stesse tentando di individuare una apertura più solidale della Ue verso un orientamento di bilancio più espansivo e la disponibilità della nuova Commissione ad un approccio generale più flessibile sui conti pubblici. Ma così non è stato. Si è trattato di un abbaglio, purtroppo. Nel momento del bisogno – come quello drammatico causato dal Covid-19 – il vero volto dell’ establishment riemerge dimostrando la sua autentica natura.

(FILES) A file photo taken on April 24, 2009 shows the European Union flag and national flags in front of the European Parliament in Strasbourg, eastern France. The Nobel Peace Prize was on October 12, 2012 awarded to the European Union, an institution currently wracked by crisis but is credited with bringing more than a half century of peace to a continent ripped apart by World War II. AFP PHOTO / FREDERICK FLORIN

Così mentre migliaia di italiani muoiono senza che possano essere celebrati i funerali, altri milioni sono obbligati a restare chiusi in casa non si sa per quanto tempo,  a Bruxelles la priorità è comprendere quali strategie possano essere adottate per impadronirsi del nostro paese. Magari, ad esempio, commissariandola con la complicità di chi dovrebbe fare gli interessi del nostro Paese ed è invece al servizio di potenze straniere. Mentre dal Colle si rileva incredibilmente il nulla totale, un silenzio inquietante. Che aspetta Mattarella a battere un colpo chiaro senza utilizzare mezze parole?

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Andiamo poi in un altro centro di potere, palazzo Chigi, dove il premier “Giuseppi con pochette” è straordinario nel farsi bello tra una diretta Facebook e l’altra – quando invece dovrebbe comunicare agli italiani attraverso le reti di Stato e non via social – annunciando misure ogni volta più restrittive che limitano la libertà dei cittadini dimenticando puntualmente però di concretizzare le promesse  relative al sostegno economico dei cittadini e delle imprese. Finora non si è visto un solo euro. Al riguardo diciamo poi che a ben poco serviranno i miseri provvedimenti tanto annunciati in ogni occasione. E in questa baraonda, con un governo costituito da inetti e voltagabbana della peggior specie, non vorremmo che qualcuno stesse cercando di consegnare l’Italia in mano ai falchi della dis-Unione… che sarebbe forse più corretto chiamare strozzini.

Il timore di finire come la Grecia completamente distrutta dalla famigerata Troika (Ue, Bce e Fmi) che ha messo in ginocchio una nazione rimane uno spettro costante all’orizzonte. I greci hanno subito purtroppo una umiliazione feroce dai burocrati di Bruxelles. La riduzione di stipendi statali e pensioni ha sfiorato il 50%, sono stati svenduti interi settori di peso, tra questi i servizi essenziali e le infrastrutture come porti e aeroporti riducendo la Grecia a un mercato a basso costo, una terra di conquista sul quale gli avvoltoi potevano approfittarne come e quando volevano. Il risultato è stato devastante. Nel giro di qualche anno è quadruplicato il numero dei senzatetto, i farmaci scarseggiano, i furti di elettricità da parte degli indigenti (le bollette sono aumentate del 1000% dal 2008 al 2016) non si contano, il sistema sanitario è al collasso.

E ora ci tocca vedere Giuseppi, alla guida di un esecutivo nato da intrallazzi di palazzo e sordidi tradimenti, che senza alcun confronto parlamentare – altra vergogna italiana vedere che le Camere non lavorano – va con il cappello in mano da quelle stesse “brave” persone che hanno umiliato la Grecia chiedendo di utilizzare le risorse del Mes… ma senza le condizioni previste dai trattati, dice lui. Ma possiamo credere a ciò che dice l’avvocato del popolo che pur di rimanere al suo posto ha cambiato maggioranza con la stessa facilità che ci si cambia la cravatta?

Non ultimo due parole sul Mes conosciuto anche come Fondo salva-Stati, finanziato pure coi nostri soldi, prevede in pratica la concessione di prestiti dietro la conclusione di un “Memorandum of Understanding” (MoU), una serie di condizioni alle quali lo stato che richiede l’intervento dovrà poi sottoporsi attraverso un programma di aggiustamento dei conti pubblici, da sottoscrivere nel MoU, per intenderci quello da concordare con la tristemente famosa Troika. Un esempio? Stando a quanto è avvenuto in Grecia si è visto il taglio di stipendi pubblici e pensioni, smantellamento del servizio sanitario, svendita delle infrastrutture. Non cose da poco, o no.