Ora la legge rischia di naufragare in Senato

Quando si tratta di questioni che rischiano di compromettere il consenso elettorale la politica nostrana fa di tutto per allungare i tempi con il chiaro obiettivo di dirottare la materia del contendere direttamente al porto delle nebbie.
Con i deretani ben attaccati agli scranni parlamentari questi politicanti se ne guardano bene di affrontare un argomento spinoso come il fine vita che potrebbe costare, sempre nell’ottica degli interessi esclusivamente personali, una probabile rielezione. Del resto la stessa vergognosa strategia finalizzata ad affossare ogni iniziativa sacrosanta la stiamo assistendo per quanto riguarda i vitalizi che arricchiscono da decenni persone che per il Paese non hanno combinato nulla di buono.
Lo scorso 20 aprile la Camera ha approvato la cosiddetta legge sul fine vita o testamento biologico, una condizione che permette di esprimere in anticipo quali trattamenti medici ricevere nel caso di gravi malattie.
Qualcuno forse si è illuso che finalmente la partita era chiusa e l’Italia era diventato uno Stato dove i diritti sono rispettati davvero. E invece no. La strada è ancora lunga e chissà se si arriverà mai a una conclusione accettabile.
Perché adesso la proposta di legge è passata al vaglio del Senato e qui la faccenda non promette nulla di buono. La maggioranza che sostiene tale proposta non è molto forte in termini numerici e i tempi della sua approvazione potrebbero allungarsi fino al termine della legislatura. E questo termine è ormai alle porte, purtroppo, e l’azione ritardante di andare alla calende greche potrebbe ancora una volta funzionare in questo disgraziato Paese. Ma quando si è trattato di salvare le banche allora sì che i nostri deputati si sono dati una mossa. E con che velocità!
Dopo il suicidio assistito in Svizzera di dj Fabo e dopo la morte del piccolo Charile Gard, il bambino inglese che non aveva neppure un anno ed era affetto da una rarissima malattia, si è tornati a parlare del tema fine vita, anche se a dire il vero gli unici a non mollare mai sul fronte dei diritti sono sempre stati i Radicali.
Bene, i politici italiani si sono guardati bene nel prendere posizione, anzi hanno cercato di tenersi alla larga evitando qualsiasi commento temendo ripercussioni personali, ovvero terrorizzati di perdere il seggiolone ben retribuito.
Il risultato è che da noi non c’è ancora uno straccio di norma che regoli la possibilità per il paziente o un suo fiduciario di esprimersi sul prolungamento delle cure che lo riguardano.
Ora se questa legge non sarà destinata a naufragare a palazzo Madama andrebbe a riempire un vuoto legislativo di grande importanza perché riguarda tutti noi, indistintamente. Anche se i politici fanno finta di niente pensando forse di campare in eterno e che le malattie non sono cosa che li riguardi. Il fatto che si sbagliano di grosso e potrebbero accorgersene anche a breve… un incidente di percorso e la propria esistenza può cambiare nel giro di pochi secondi. Allora si accorgerebbero che chi costretto in un letto reclamava una legge per decidere quando e come morire in pace aveva ragione.
Il fatto comunque che sconvolge è che sono proprio questi uomini eletti dal popolo che dovrebbero decidere in che maniera dobbiamo morire. Paradossale, grottesco, inaccettabile.
La proposta in discussione riguarda le “Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari al fine di evitare l’accanimento terapeutico”. In definitiva si darebbe a qualsiasi maggiorenne la possibilità di rinunciare ad alcune terapie mediche, come la nutrizione e l’idratazione artificiale. Possibilità che può essere ottenuta anche attraverso le disposizioni anticipate di trattamento che altro non sono che un documento in cui si può specificare a quali terapie si vuole rinunciare e a quali condizioni nel caso in cui a un certo punto si sia impossibilitati a esprimere la propria opinione. Non solo. Il paziente può anche chiedere di essere sedato in maniera continua e profonda, in modo da poter morire senza soffrire. Ma quante sono le probabilità che questa benedetta legge venga approvato?
Già a tarda primavera Marco Cappato, esponente di spicco del Partito Radicale e che ha accompagnato dj Fabo in Svizzera, invitava a non farsi troppe illusioni perché intravedeva il rischio di un rinvio. E Cappato aveva visto giusto perché ora l’aria che si respira è quella dell’affossamento definitivo.