L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha cercato di controllare le indagini di Bergamo. Intrusione gravissima ma nessuno ne parla. L’ex direttore generale della Prevenzione al Ministero della Salute è indagato per false informazioni rese ai pm durante la sua audizione sul piano pandemico dello scorso 5 novembre nell’ambito dell’inchiesta riguardante le gestione della pandemia nella Bergamasca

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Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Oms ed ex direttore generale della Prevenzione al Ministero della Salute, è quindi indagato dalla Procura di Bergamo per false informazioni rese ai pm durante la sua audizione sul piano pandemico dello scorso 5 novembre nell’ambito dell’inchiesta riguardante la gestione, un anno fa, della prima ondata della pandemia nella Bergamasca. La notizia è stata anticipata sul sito di Report ed è stata confermata da fonti qualificate.

Sulla vicenda è intervenuto in diretta su Sky il conduttore di Report Sigfrido Ranucci, ospite di Francesco Vergovich a “Un Giorno Speciale”. “Le chat che abbiamo mostrato ieri erano elementi che facevano parte della rogatoria che la Procura di Bergamo ha chiesto all’Oms perché sta cercando di capire perché l’Oms ha dato l’ok, il ritiro di un dossier critico e approvato scientificamente dagli stessi ricercatori dell’Oms. Sono ragioni politiche per cui si è voluto coprire delle mancanze dell’amministrazione italiana nel gestire la pandemia o c’erano altri motivi? Ecco, questo è un punto cardine. Vedremo i prossimi giorni che cosa accadrà”.

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Oltre ad aver mostrato le chat che inchiodano Guerra e la sanità italiana, il programma di Rai3 ha anche portato alla luce le rivelazioni del procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, che ha parlato di “reticenze del Ministero” e di un controllo che l’Oms avrebbe cercato di far esercitare al ministero degli Esteri italiano sulle indagini di Bergamo che coinvolgono Ranieri Guerra e Speranza.

“Sono stupito e amareggiato per questa situazione, non conosco di cosa si tratti, non ho la più pallida idea sul perché i magistrati abbiamo deciso in tal senso”, il primo commento di Guerra. “Avevo parlato con i magistrati lo scorso novembre e avevo dato la mia disponibilità a un nuovo confronto. Non conosco le domande che i magistrati nella rogatoria hanno mandato all’Oms”, ha aggiunto.

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Ora, dopo il dilemma dei vaccini, le mascherine farlocche, dei banchi a rotelle e di conseguenza una montagna di milioni gettati, le consulenze pagate a spese della collettività e in maniera molto profumata per incarichi assistenziali, che di assistenziale hanno pressoché nulla, resta il fatto grave che il piano pandemico, la gestione dell’emergenza in questo nostro sciagurato Paese nasconde interessi e verità spaventose, agghiaccianti, inqualificabili. Il lavoro dei Pm bergamaschi sembrava destinato a restare circoscritto alla mancata chiusura dell’ospedale di Alzano Lombardo. Ma poi si è allargato: la zona rossa e il piano pandemico nazionale che non era stato aggiornato.

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Pensare poi che in questa Italia dei cinema e dei teatri, delle palestre e dei campi sportivi chiusi per il confinamento delle persone, qualcuno – quel fenomeno di Domenico Arcuri – si era addirittura inventato i prefabbricati – “Primule”, così li aveva battezzati il commissario straordinario per l’emergenza voluto da Conte e allontanato da Draghi – in un paese dove nei prefabbricati ci sono intere famiglie sopravvissute a recenti terremoti e purtroppo ancora in attesa di una casa degna di tale nome, vengono i brividi. Un progetto quindi demenziale, quello di collocare questi prefabbricati, le Primule, nelle varie città che sarebbero serviti come punti destinati alla somministrazione del vaccino. Il costo di questa follia? Oltre 8 milioni che avrebbe pagato la collettività, naturalmente. Che dire dunque… meno male che su questa assurda vicenda è stata posta definitivamente una pietra tombale.

Arcuri verrà comunque ricordato per la sua incapacità, per una campagna vaccinale mai di fatto diventata operativa, per l’idea demenziale delle Primule e per le accuse di conflitto di interesse. Non parliamone poi  della famosa App Immuni che sembrava la grande ideona strategica di questi campioni ingaggiati da Conte che non ha tardato a rivelarsi un autentico bluff.