Sentiamo parlare in ogni occasione di transizione ecologica, ossia un insieme di azioni rivolte alla sostenibilità dell’economia, per favorire il passaggio da un sistema basato sulle fonti energetiche inquinanti a un modello virtuoso incentrato sulle fonti verdi. Tuttavia, proprio riguardo alla delicata e quanto mai dibattuta questione, c’è chi, pur essendo lontano dai palazzi del potere e da autorevoli esponenti esperti di condizioni climatiche, ha saputo guardare avanti e anticipando i tempi ha lanciato già da qualche anno un appello alle coscienze di tutti con la proposta della “Green Family” convinto che non si possa più temporeggiare e si punti rapidamente a comportamenti più eco-sostenibili per salvare noi stessi e proteggere l’ambiente.
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Precursore di questa nuova visione Claudio Vivona, leader del Fronte Nazionale della Famiglia e socio costituente del nuovo movimento politico trasversale dell’onorevole Gianfranco Rotondi “Verde è Popolare” .
L’attenzione e il peso che caratterizza l’analisi esposta da Claudio Vivona contribuisce a focalizzare una serie di priorità ambiziose che vedono strettamente legata la questione ambientale allo sviluppo economico. Di fatto il numero uno del FNF mette il dito nella piaga insistendo sul fatto che i modelli di crescita utilizzati fino a questo momento dovranno necessariamente cambiare in quanto hanno contribuito gravemente alla crisi climatica.
Ma entrando nel vivo di questo nuovo percorso politico-sociale cosa si propone Vivona lanciando il progetto “Green Family”.
“Si tratta di un concetto antropologico, economico e produttivo. In Italia la potremmo definire come Famiglia Ecosostenibile”.
Bene, ma in termini operativi come funziona?
“In sostanza questo nuovo ordine di idee ha l’obiettivo di coinvolgere la quotidianità della persona, la vita della famiglia che va dal lavoro ai consumi, dal sistema trasporti alla scuola, dall’alimentazione al comparto dell’industria e dell’agricoltura”.
E per quanto concerne il lavoro cosa propone?
“Sono convinto che sia necessario puntare su un incremento del telelavoro e dello smart working che porta sicuramente a quei vantaggi ambientali da tutti auspicabili; meno spostamenti da e per i luoghi di lavoro è un elemento da non sottovalutare. Senza dimenticare i benefici che riguardano direttamente le donne e le mamme le quali possono autonomamente organizzare il proprio lavoro conciliando tale impegno con le incombenze famigliari”.
Vivona sposta inoltre l’attenzione sui consumi  fornendo un quadro completo che coinvolge l’aspetto concettuale dei processi decisionali che gli individui applicano, più o meno consapevolmente, nelle scelte della spesa. Cosi pare di capire a questo punto che anche in questo caso servirebbe una svolta che potremmo definire comportamentale.
E la soluzione giusta da lei suggerita per intraprendere questo cammino quale sarebbe?
“Considerando l’incidenza significativa assunta dalle scelte di acquisto da parte delle famiglie bisognerebbe essere in grado di coinvolgere tutti in modo consapevole sulle preoccupanti condizioni climatiche da troppo tempo denunciate e indirizzare gli acquisti verso una sfera ecosostenibile promuovendo con forza tutto ciò che può essere virtuoso, tutto ciò che può fare bene all’uomo e al pianeta”.
Dal ragionamento esposto da Vivona si comprende dunque che quelle abitudini quotidiane, anche le più semplici, anche quelle che apparentemente sembrano banali, dovrebbero – o sarebbe meglio dire dovranno – essere corrette, migliorate radicalmente. Del resto un tale stravolgimento non può certo non riguardare oltretutto le attività economiche. E questo nevralgico passaggio implica una serie di misure responsabili che non possono lasciare spazio all’improvvisazione.      Pertanto accompagnare in questo cambiamento epocale è di conseguenza il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nel prossimo futuro.
Ma tornando alle articolate proposte strettamente legate alla realtà famigliare il leader del FNF come intravede un percorribile cambio di regime sui trasporti? 
“Particolare attenzione dobbiamo riservare alla mobilità urbana. Sono convinto che si debba investire in maniera massiccia sui mezzi elettrici detassando con tasse verdi pari a 0. Credo inoltre che si debba avere il coraggio di bandire totalmente i motori endotermici fino a Euro 5 compresi se vogliamo tentare di raggiungere una migliore qualità dell’aria”.
E sulla scuola quale rivoluzione intravede all’orizzonte?
“Serve una vera riforma scolastica tout court, che agisca ad ampio spettro sostituendo anche quelle strutture datate con nuovi complessi in cui in fase di costruzione vengano utilizzati i principi di bio edilizia. Non solo. Bisogna essere in grado di portare avanti nuovi cicli scolastici con un occhio attento alla semplificazione del personale didattico che oggi appesantisce la scuola. Senza dimenticare l’importanza didattica del metodo Montessori per le scuole d’obbligo e responsabilizzare in maniera instancabile le giovani generazioni sulle tematiche ambientali”.
E sull’alimentazione quali correttivi suggerisce?
“Dobbiamo avere come obiettivo quello di educare i ragazzi in modo da offrirgli gli strumenti adatti, necessari per iniziare un nuovo approccio alimentare decisamente più sano. E sono sicuro che una dieta vegetariana o vegana possa garantire una migliore qualità di vita e una migliore qualità in termini ambientali”.
L’approccio da adottare nella vita famigliare è per certi aspetti lo stesso con cui bisognerà affrontare il cambiamento del settore produttivo facilitando così l’innovazione e gli investimenti delle aziende che dovranno essere in grado di creare una domanda per le nuove attività  sostenibili.
A tale scopo quale sarebbe la sua prospettiva a breve termine? 
“Va pianificata una politica industriale con finalità ecosostenibili detassando tutte le filiere produttive virtuose. Di converso va aumentato il carico fiscale per tutte le filiere altamente inquinanti. Stesso giro di vite dovrebbe essere introdotto in agricoltura  tassando in maniera decisa l’utilizzo di pesticidi e altri veleni di origine chimica e contestualmente incentivare l’agricoltura biologica”.
Ora, tra una riflessione e l’altra, le proposte di Vivona potrebbero anche diventare una sorta di pungolo per la politica economica a cui spetta il ruolo di condurre verso un processo di cambiamento comportamentale e decisionale. L’aspetto sostanziale è che le istituzioni governative, sia per l’allarme clima come per la pandemia, dovranno dare risposte veloci in modo da offrire una combinazione di politiche strutturali che promuovano l’innovazione, come quella di facilitare politiche finanziarie che assicurino l’accesso al credito per le imprese più capaci. Servono dunque politiche economico-fiscali espansive che diano una vera scossa al mercato agevolando gli investimenti e stimolino una domanda da parte di quelle attività cosiddette sostenibili che sono state create recentemente. (m.a.)