Se penso all’idea di Europa che sottostava al pensiero e all’azione di Mazzini (la Giovine Europa è del 1834!) e all’ideale europeista di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann (quelli del Manifesto di Ventotene del 1941 “per un Europa libera e unita”!), mentre ho sotto gli occhi quello che è divenuta oggi l’Unione Europea, rabbrividisco.

Un corpaccione senz’anima, una burocrazia elefantiaca, serva dei cosiddetti poteri forti economici con pazzeschi stipendi, ma di limitatissime capacità: questa è oggi l’Unione Europea. Per non parlare poi della cosiddetta “Troika”, dall’immediata assonanza con la femmina del maiale o altro di peggio, ovvero la commissione della UE, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea che si avventano su nazioni in difficoltà, vedi la Grecia, imponendo sanzioni se non vengono applicate politiche di rigore economico e finanziario, che alla lunga ammazzano l’economia locale a favore degli investitori internazionali.

Tutto ciò accade perché la spinta ideale di coloro che hanno immaginato la nuova Europa e di coloro che ne hanno poste le nuove basi si è completamente esaurita e quell’ideale e quel personale politico è stato sostituito da vassalli e servi stupidi o al massimo utili idioti che, proteggendo i loro stipendi e discettando sulla lunghezza del cetriolo, favoriscono la finanza internazionale a danno del benessere economico e sociale dei popoli europei.

Renzi, mio malgrado lo devo ammettere, ha compreso una cosa, peraltro assai chiara sia in Giappone e sia negli USA, che non si deve affatto morire di rigore finanziario, che ha palesemente fallito, ma solo politiche keynesiane, ovvero espansive, anche se nel breve periodo aumentano i deficit statali, possono rispondere meglio e presto alla crisi più lunga che il mondo occidentale sta ancora affrontando. Infatti, se gli investimenti pubblici aumentano il deficit, è altrettanto vero che danno lavoro a disoccupati che torneranno a fare acquisti di ogni genere, quindi, di conseguenza si aumenta nel breve periodo l’imposizione fiscale diretta e indiretta, con vantaggio per il bilancio dello stato.

Renzi fa bene a fare la voce grossa in Europa, ma poi deve essere conseguente. Se si penalizzerà la manovra economica italiana per eccesso di deficit, allora dovranno essere sanzionati anche i tedeschi, che da ben sei anni almeno hanno un surplus della bilancia commerciale di oltre il 6%, e anche questo è vietato dagli accordi europei. Eppure nessun richiamo è stato fatto alla Germania. Ma si dovranno anche sanzionare i paesi che non vogliono accogliere i rifugiati e li lasciano a Italia, Grecia e Spagna. Anche questi violano disposizioni comunitarie. Soprattutto gli stati est-europei che hanno usufruito e continuano ad usufruire della solidarietà europea, ricevendo miliardi di €uro, ma quando si tratta di essere solidali con gli altri allora se ne “fregano”.

L’Italia versa 20 miliardi di €uro alla UE e ne riceve circa 12 miliardi. Chi fine fanno quegli 8 miliardi di differenza? A chi vanno, forse agli ungheresi?

Allora bene fa Renzi a esigere flessibilità ulteriore e a mettere sul piatto della bilancia la differenza, che poi è proprio quello che alla fine andiamo a spendere per l’accoglienza dei profughi. Se la sordità della commissione UE farà prevalere il rigorismo stupido dei burocrati, allora sia: Renzi non approvi il bilancio UE, ponendo il veto dell’Italia. E vedremo se gli euro burocrati riceveranno i loro lauti stipendi e come cesseranno gli aiuti agli stati egoisti.

Ma non bisogna solo minacciare e poi scodinzolare al primo rimbrotto o alla prima mezza promessa. Si deve essere conseguenti. Se l’Europa deve esistere, deve essere una Europa solidale e aperta, altrimenti è meglio che non sia affatto.

Servizio di Anzio Lupo