IL M5S SUL PIEDE DI GUERRA

Con il voto di fiducia posto dal Governo la Camera si appresta ad approvare il decreto legge per il salvataggio degli istituti di credito Veneto Banca e Popolare di Vicenza attraverso l’intervento di Banca Intesa e del Governo. Gli aiuti di Stato, come spiega una nota di Palazzo Chigi, ammontano a 4,785 miliardi di euro. A questa cifra vanno aggiunti circa 400 milioni quale fair value delle garanzie prestate dallo Stato sugli impegni delle banche in liquidazione, per un totale di circa 12 miliardi. Sempre il Governo evidenzia che questo massiccio intervento è adeguatamente coperto dai crediti de due banche.
Per il momento pare sia caduto nel vuoto il tentativo di fare luce sulle responsabilità dei vertici di tali banche visto che il testo su cui il Governo ha posto la fiducia è sostanzialmente uguale a quello varato dal Consiglio dei ministri del 25 giugno scorso. Da parte sua il presidente Paolo Gentiloni promette che chi ha causato i danni pagherà ma questo non è servito a placare le forti polemiche che tale manovra si sta trascinando dietro.
Il fronte più agguerrito, c’era da aspettarselo, è il M5S che sta preparando un duro ostruzionismo per bloccare il DL presentando un odg per ogni deputato e ognuno di questi interverrà per illustrarlo. E questo inevitabilmente allungherà di parecchio i tempi e farà slittare a domani il voto finale sul provvedimento.
Va segnalato inoltre che la protesta dei grillini ha riservato momenti di tensione a Montecitorio visto che in Aula i deputati hanno dispiegato uno striscione con la scitta “ladri di risparmi” e “no al ricatto delle banche” oltre a mostrare decine di salvadanai di terracotta. Tuttavia anche in casa Pd si sono registrate resistenze sulla stesura del decreto non solo nella componente minoritaria che si riconosce in Michele Emiliano ma anche nella stessa maggioranza filogovernativa – renziana.
Forti perplessità sono state espresse anche dal Mdp con Roberto Speranza che per ora non nasconde un giudizio severo sulla questione.