Tra memoria e nuovi progetti: è tempo di transizione. Questo il tema centrale del convegno svoltosi nella sala comunale a Saint Vincent per il secondo anno consecutivo dedicato alla transizione ecologica. Una tre giorni (dal 22 al 24 ottobre) voluta dall’onorevole Gianfranco Rotondi e promossa della Fondazione Fiorentino Sullo con il quotidiano “La Discussione” e il gruppo parlamentare della Camera di Forza Italia
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E focalizzando l’impegno sulle delicate questioni ambientali dobbiamo dire, a onor del vero, che la sensibilità del mondo laico-cattolico è sempre più evidente negli ultimi anni tanto che la costituzione del movimento Verde e Popolare di Gianfranco Rotondi non è altro che la giusta sintesi di quella vocazione popolare conforme alla dottrina della Chiesa che insiste sull’urgenza in cui sia giunto il momento di assumere, senza se e senza ma, comportamenti nuovi, virtuosi,  mirati al rispetto delle risorse ambientali del pianeta già sofferente.
Del resto il segnale è stato lanciato da tempo dal Santo Padre e sul piano del confronto meramente politico Rotondi ha di fatto raccolto la palla cercando di creare le basi in grado di  dare vita a una operazione ambiziosa, ovvero quella di un rinnovamento e un superamento degli equilibri “destra-sinistra”. Quindi navigare al centro con la “Balena Verde”; la rotta che torna ad essere inevitabilmente la vera sfida lanciata da Rotondi dalla città della Valle d’Aosta.la cultura ambientale Il dibattito che ha trovato grande stimolo nel corso delle tavole rotonde articolate durante i lavori del convegno ha dunque posto come materia di confronto la cultura ambientale cattolica con la cultura cosiddetta verde monopolizzata da sempre da estremismi sinistrorsi.
Molti i momenti che hanno arricchito il confronto su problematiche che ci investono quotidianamente e questo grazie alla sagacia dei relatori che hanno che hanno saputo indubbiamente offrire ad un pubblico attento e interessato informazioni e spunti di riflessione pertinenti e significativi. Da evidenziare il contributo offerto da Giampiero Catone, già sottosegretario all’ambiente e alla tutela del territorio nel governo Berlusconi, tra gli ispiratori del nuovo Centro Democratico. Tra i tanti ospiti che si sono avvicendati sul palco fondamentali oltretutto sono state le attente analisi del professor Rocco Buttiglione, di Nello Musumeci, di Polimero Bottai e di Antonino Giannone.
Una ventata di aria nuova è arrivata da Claudio Vivona, ospite per la seconda volta dell’appuntamento valdostano e leader del Fronte Nazionale della Famiglia, che seppur stretto dalle inevitabili tempistiche che hanno regolato gli interventi, con estrema sintesi è riuscito a mettere sotto la lente  di ingrandimento questioni essenziali che hanno catalizzato l’interesse dell’assemblea. Linguaggio sciolto ed esposizione chiara Vivona immagina obiettivi raggiungibili che potrebbero segnare una svolta nella dinamica politica. In primis è convinto che le complessità ambientali debbano essere percepite dalla famiglia – green family – la quale formando le coscienze pone le basi per una società più corretta e rispettosa sia sul fronte etico che su quello economico-produttivo.
Ma il raggio di azione si è allargato alla quotidianità quando Vivona ha toccato argomenti di peso ma purtroppo a volte scomodi come la mobilità urbana chiedendo senza mezzi termini la messa al bando dalle città dei motori endotermici fino a euro 5. Ma non è tutto. L’esponente del FNF sulla faccenda ambientale non risparmia nulla e lancia l’idea di raddoppiare il costo – attualmente tra i più bassi dell’Ue – relativo alla possibilità di accesso nelle aree urbane ztl. Mentre in materia fiscale ha insistito su una nuova forma di tassazione con l’introduzione del “fisco a semaforo”. Cosa significa? Vivona ha spiegato che il verde prevede l’introduzione di tasse eco-green a fiscalità zero per tutte quelle realtà imprenditoriali che propongono prodotti ecosostenibili e biodegradabili. Il colore giallo scatta nel momento in cui la fiscalità rimane quella esistente (22%) e riguarda quelle aziende sulle quali grava il peso di un lungo processo di smaltimento e di riciclo. Mentre l’allarme rosso indica condizioni ad alta fiscalità (40%) il che significa la messa all’angolo delle filiere produttive altamente inquinanti.
Atteso domenica, ultima giornata dell’assise, è stato l’intervento di Silvio Berlusconi in collkegamento telefonico. L’ex premier, tornato protagonista nell’agone politico, ha risposto alle domande di Anna La Rosa ribadendo la linea di Forza Italia, ossia la difesa del sistema bipolare che ha garantito il “ricambio della classe dirigente e una competizione sana siu programmi. Per questo credo che il bipolarismo sia un valore da preservare”.
Convinzione, quella del Cav, su cui non concorda Biagio Maimone, giornalista e presidente del gruppo dei quotidiani on line Retewebitalia.net, il quale ha messo i piedi nel piatto sostenendo che il bipolarismo è destinato al tramonto “poichè non è più in grado di rappresentare la politica nel suo complesso”. In sostanza Maimone crede che il sistema difeso a spada tratta da Berlusconi “conduca alla schematizzazione della realtà che, indiscutibilmente, è multiforme. Non è politicamente corretto chiudere la realtà  in due contenitori, ossia centrodestra e centrosinistra, in quanto essa è variegata e pullula di infinite differenze identitarie che urgono di essere comprese. Occorre un orizzonte nuovo, una visione politica  che rivolga il suo sguardo ad un universo sempre più complesso e colmo di nuove istanze. Noi riteniamo che la creazione del Centro Democratico non debba essere più rimandata. Gli ideali della Democrazia Cristiana non sono mai morti. Ed è per questo che deve nascere una nuova compagine democratica che li riproponga con rinnovato vigore, ovvero attualizzati in quanto rispondenti alle esigenze della donna e dell’uomo contemporaneo, sia di natura materiale, sia di natura morale, nonché di natura spirituale”.
Le conclusione sono state affidate naturalmente a Gianfranco Rotondi che ha colto l’occasione, finita la buriana delle amministrative, proponendo, in vista dei prossimi impegni elettorali, una lista che raggruppi forze laico-cattoliche, verdi e riformiste. Insomma, Rotondi guarda avanti e lancia la sfida. Vedremo chi sarà in grado di coglierla senza perdere ulteriore tempo. (m.a.)