Dopo gli oltre 150 contagi ed i 3 morti registrati in appena 2 giorni, l’Italia è diventata uno dei principali fronti nella lotta al coronavirus fuori dalla Cina. Resta dietro solo alla Corea del Sud (602 casi), superando il giappone (fermo a 135, secondo i dati della Johns Hopkins University). Il caso Italia allarma ora tutta Europa e in particolare i paesi vicini, con Francia, Svizzera e Austria che non escludono eventuali contromisure se la situazione dovesse peggiorare. L’Austria ha prima deciso e poi revocato il blocco del traffico ferroviario al Brennero. Il blocco era stato deciso dopo che un treno proveniente dall’Italia aveva a bordo due passeggere tedesche con la febbre.

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Nel nostro paese aumentano purtroppo di continuo i casi di contagio e cresce inevitabilmente la paura. In tale condizione di allarme sono assolutamente indispensabili severi controlli alle frontiere per evitare la diffusione del virus. E in un paese normale la chiusura dei porti sarebbe una logica conseguenza, vista la gravità della situazione. E invece no, il nostro governo di fenomeni giallorossi tiene duro e non ha neppure mai pensato di prendere in considerazione questa misura precauzionale.

E allora avanti con gli sbarchi e dell’ emergenza sanitaria un bel chissenefrega. A Pozzallo sono sbarcati 274 clandestini dalle Ong Ocean Viking, Sos Mediterranee e Medici senza frontiere. Demenziale  via libera che non combina in nessuna maniera con i controlli serrati in zone di scalo aereo o la chiusura di scuole e di altri luoghi di aggregazione decisi dall’esecutivo che evidentemente non tiene in nessuna considerazione i potenziali pericoli connessi alla provenienza ignota degli immigrati approdati sulle nostre coste nelle ultime ore.

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Non c’è tanto da stare tranquilli, dunque, e non rasserena certamente gli animi sapere che questi stranieri saranno messi in quarantena nell’hotspot di Pozzallo. Anche perchè la rete protettiva del governo ha mostrato già in precedenza gravi smagliature dall’inizio dell’emergenza coronavirus. Infatti il 2 febbraio scorso la Open Arms, come di consueto, ha attraccato in uno dei porti italiani – e dove se non da noi? – con il suo carico di 363 irregolari. Questo sbarco non è forse inconciliabile con il tentativo di evitare la diffusione del virus come vorrebbero farci credere le autorità governative?

Era da ritenere folle – se non addirittura da bollare come razzista – chi sosteneva l’urgenza già un paio di settimane di isolare per il tempo della quarantena i ragazzi che frequentano le scuole italiane  rientrati dalla Cina? Ed è forse così demenziale chiedere in questo momento di comprensibile apprensione di impedire gli sbarchi dall’Africa, continente in cui si contano i primi contagi?

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In questo senso si moltiplicano, infatti, gli esperti che mettono in luce come dall’Africa potrebbero arrivare grossi pericoli per il nostro Paese. Il motivo? La comunità cinese nel continente nero è enorme, oltre un milione di persone, così come sono molti i clandestini che dall’Africa arrivano in Italia su navi Ong e barconi.

Non dimentichiamo che negli ultimi anni il Continente Nero è stato preso letteralmente d’assalto dalla Cina, una vera colonizzazione di vaste proporzioni destinata ad aumentare attraverso la quale Pechino ha investito – per il momento –  270 miliardi di dollari destinati alla costruzione di importanti infrastrutture come le reti di trasporto su gomma e ferro. Grandi opere, come ponti e dighe, alcune delle quali già realizzate, che hanno impegnato una forza lavoro impressionante.

Non solo. Teniamo in considerazione l’effetto contrario in termini di spostamenti, ovvero nelle università cinesi studiano oltre 80mila studenti africani, di cui almeno 4.600 si trovano a Wuhan epicentro del contagio. Ora è facile comprendere che sia studenti come i lavoratori impiegati nei tanti cantieri si spostino con grande facilità e frequenza contribuendo inevitabilmente alla potenziale diffusione di un virus che in Africa troverebbe una situazione sanitaria ideale per diffondersi.

E allora è forse azzardato avanzare qualche dubbio sulle reali capacità medico-scientifiche operanti da quelle parti? Sono in grado di organizzare un cordone sanitario e di conseguenza stabilire le contromisure in grado di arginare la diffusione del contagio? Tuttavia i fenomeni che ci ritroviamo al governo continuano a lasciare i porti a disposizione di trafficanti e Ong per la gioia dei buonisti da salotto.

Avanti quindi che in Italia c’è posto per tutti, anche per il coronavirus.