Continua senza sosta il braccio di ferro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi, con le conseguenti fibrillazioni che hanno caratterizzato la maggioranza nelle ultime settimane. Una situazione in cui sembra difficile trovare una quadra politica e che inevitabilmente ha determinato uno stallo nell’azione dell’esecutivo, a cominciare dal Recovery Plan.

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Stallo che potrebbe sbloccarsi però nelle prossime ore  quando dovrebbe essere convocato il Cdm sulla bozza del Recovery. Sarebbe in dirittura di arrivo, dicono fonti della maggioranza, e il tavolo con i partiti gestito da Roberto Gualtieri e Enzo Amendola avrebbe portato a diversi aggiustamenti nel senso delle richieste dei renziani, almeno così pare.

Tuttavia non va dimenticato che non sarà la sola bozza del Recovery lo snodo della crisi che si trascina da giorni nella maggioranza. E i renziani al riguardo spiegano che hanno consegnato a Conte un documento politico prima di Natale e il premier “ci ha detto che per la parte sul Recovery l’avrebbe gestita Gualtieri e sul resto ci saremmo visti ai primi di gennaio. Ora non sappiamo quanto duri ‘l’inizio di gennaio’ per il premier, noi aspettiamo risposte. Forse il presidente del Consiglio è impegnato a fare telefonate ai senatori”, ovvero fanno intendere che Conte potrebbe essere alla ricerca dei famosi ‘responsabili’ che potrebbero salvarlo dal crepaccio.

Il sindaco di Firenze Matteo Renzi partecipa alla cerimonia di consegna delle chiavi di sei nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica, 05 agosto 2013 a Firenze. ANSA/MAURIZIO DEGL' INNOCENTI

 

Con tutte le cautele del caso e prendendo per buono quello che si registra in ambienti parlamentari dem tale opzione non solo non sarebbe percorribile ma viene giudicata nei fatti inesistente. Dal canto loro i renziani non escludono che Conte sia tentato dalla prova di forza in Parlamento. “Trovi un’altra maggioranza e noi andiamo all’opposizione. Se invece non vuole fare a meno di Italia Viva, ci si confronti”. E mentre, a quanto si sostiene, i contatti sarebbero a zero con palazzo Chigi, Matteo Renzi rilancia: “Non vogliamo poltrone di ministro, siamo pronti a lasciarle”. Sarò davvero così o è l’ennesima balla dell’ex presidente del consiglio per alzare la posta per avere qualche ministro in più?

Intanto sullo sfondo resta sempre il tema del solito rimpasto. E qui le cose sembrano essere più complicate che la possibile mediazione sul Recovery. Al di là delle ipotesi e delle voci il dossier sarebbe ancora tutto da scrivere. A partire dallo schema: entrano i leader? Entra Renzi? Ci sarà un vicepremier? Si accettano scommesse.